La svanzica (dal tedesco zwanzig kreuzer "venti kreuzer") era una moneta in argento da venti kreuzer in uso nell'Impero austriaco e nei suoi territori. In Italia si diffuse in particolar modo dopo la creazione del Regno Lombardo-Veneto e durante il regno di Ferdinando I.
Un picco massimo di diffusione si ebbe nel 1823: l'aumento del suo cambio legale da 86 a 87 centesimi provocò un maggiore afflusso di moneta dalle altre provincie imperiali. Alla unificazione d'Italia, la moneta corrispondeva a 1 lira austriaca e a 0,87 lire italiane La svanzica è citata nel romanzo del 1890 I Barbarò dello scrittore lombardo Gerolamo Rovetta (1851-1910), nel romanzo Il maestro di setticlavio del 1891 dello scrittore romano di origine veneta Camillo Boito (1836-1914), e in Piccolo mondo antico di Antonio Fogazzaro.
Modi di dire
In dialetto romanesco si usa tuttora dire "caccia una svanzica" per dire "tira fuori i soldi", nello slang giovanile invece è in uso "svanzicare" che significa "pagare".
Note
Collegamenti esterni
- Svanzica sull'Enciclopedia Italiana, ed. 1937, su treccani.it.

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